Via Palfrader, Col de Specie
COL DE SPECIE M.2100 – PARETE SUD – EST
DATA RIPETIZIONE: 20-8-2016
NOME DELLA VIA: “Palfrader” (F.Palfrader – H.Taschler Lanz, 1969 )
DIFFICOLTA’: VI/VI+/VII-
SVILUPPO: 340 m.
MATERIALE: In via si trovano parecchi chiodi vecchi, alcuni a pressione, probabilmente degli apritori. Le soste sono tutte su due o tre chiodi. Ci si protegge molto bene con nuts e friends (una serie camelot sino al 3).
TEMPO DI SALITA: 5 h.
CORDATA: Filippo Nardi-Beppe Prati
COMMENTO: Credo di poter dire, senza esagerazione, si tratti di una delle più belle ed estetiche vie in diedro-fessura di tutte le Dolomiti! Già dal basso si può ammirare la lineare bellezza della via che segue, per l’intero percorso, una continua ed ininterrotta serie di diedri, fessure e lame: dal principio sino all’ultimo metro. Spettacolare! L’arrampicata è sempre piuttosto sostenuta, con lunghi tratti atletici, dove una buona tecnica di spaccata, può far risparmiare molta benzina alle braccia, sempre piuttosto impegnate! La roccia è ben ripulita dalle ripetizioni avvenute nel corso degli anni ed ora può considerarsi più che buona. Davvero una salita stupenda e che meriterebbe maggior fama di quanta ne abbia goduta sino ad ora.
AVVICINAMENTO: Dal parcheggio sul Lago di Landro, lungo la strada Cortina-Dobbiaco, si raggiunge il recinto per la coltivazione sperimentale (a fianco del bosco), seguendo poi una debole traccia tra l’erba ed i mughi che si inerpica lungo pendii ripidissimi. Seguire sempre il sentiero, ora più marcato, lungo il faticoso vallone sovrastante sino a raggiungere un’ evidente falesia strapiombante (parecchi monotiri estremi). Superarla e continuare per traccia sino alla base della parete del Col de Specie. Visibili sulla sx, alcune corde fisse di vie in corso d’apertura. Ci si porta verso dx, sotto la verticale della più che evidente serie di diedri e, presso una nicchia di roccia chiara, è posto l’attacco (chiodo). 1 h circa.
DISCESA: Usciti dalla via, si segue una traccia evidente tra i fitti mughi in direzione ovest, si raggiunge la cima e sempre tra mughi ed erba si raggiunge il sottostante canalone, posto sulla sx. Lo si segue, facendo attenzione alla debole traccia, talvolta cancellata da piccole frane ed alberi caduti, sino a ripassare nei pressi dell’attacco. Da qui si segue, al contrario, il percorso fatto durante l’avvicinamento, sino al Lago di Landro. Circa 1,20 h dalla cima.