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CATINACCIO

  CATINACCIO

L’ANGOLO DELLE  SUGGESTIONI

Tra tutti i gruppi montuosi delle dolomiti, il Catinaccio è quello magico per eccellenza.

A nessun altro appartiene una varietà così ampia di personaggi e leggende ad essi collegati. Proprio per questo conferisce all’ intero massiccio un fascino che profuma di misterioso.

Senza però voler scomodare nè nani, nè folletti, spiriti o streghe, è curioso notare come le varie pareti, non solo quelle che catturano l’attenzione dell’alpinista, abbiano una distribuzione alquanto disorganica, rispetto ad altri gruppi dolomitici, contribuendo così a regalare a questi luoghi una veste unica di particolari suggestioni.

Entrando dalla porta principale, poco prima della conca prativa di Gardeccia, si incontra la svettante Pala di Socorda, con il suo agile spigolo sud-est, messa a vigile sentinella meridionale. Nasconde alla vista l’insieme caotico dei Dirupi di Larsec, ricco di sagome dalle caratteristiche bizzarre. Poco oltre, alzando lo sguardo, inequivocabile, inconfondibile , appare il Catinaccio, splendido ed incantato maniero. Conosciuto  per la lunga e verticale parete Est, è anche custode di quella settentrionale, più ridotta e meno appariscente, solcata da una lunga e nera colata d’acqua, presente per buona parte dell’anno, “un eterno pianto d’acqua..” per dirla alla Piaz. Il giallo sole pietrificato, più in alto a destra, che dà una parvenza di calore all’ombrosità dell’ambiente, non ha contribuito a cancellare la rigola scura. Divise dalla pittoresca conca del Gartl, le rinomate Torri del Vajolet, uno degli scorci più immortalati dell’intero circo dolomitico. I loro fianchi slanciati hanno visto accendere l’immaginario di migliaia di arrampicatori e salirne altrettanti. Più ad occidente la Cima dei Mugoni, possente portale di pietra. Ultimo avamposto prima del Latemar, la Roda di Vael, somigliante ad una gigantesca ruota, nata dalla terra ed emersa  solo per metà. Celebre ed impressionante la sua “parete rossa”, immagine di strapiombi in sequenza e ben visibile sin dalle lontane vette dell’Adamello e Presanella. Alla sua sinistra, si erge un estremo baluardo difensivo di questo affascinante caos roccioso, la solida bastionata della Croda di Re Laurino. A Nord emerge il trono del Catinaccio d’Antermoia, dove già nel 1914 (!), pare sia stato toccato il VI grado, lungo il diedro della parete sud.

Arrampicare in questo gruppo, accostandosi con umiltà curiosa, rimarrà sempre un’esperienza affascinante, ricca di suggestioni che l’aura di leggenda continua ancora oggi ad alimentare. E’ garanzia di remunerative avventure, con la certezza che , a differenza di un tempo, Laurino può rapire solo i pensieri..!

Written by admin

July 14th, 2011 at 8:53 pm

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